Come ogni passione o attività, la fotografia è per 10% predisposizione naturale e 90% pratica.
Cartier Bresson diceva che le prime foto belle si cominciano a vedere più o meno dopo i primi 10000 scatti. E lui scattava a pellicola. Oggi, grazie al digitale, “allenarsi” è diventato molto più facile e immediato.
Se posso, scatto con una persona nuova almeno un paio di volte al mese, e cerco di provare schemi di luce diversi ogni volta.
In genere non scelgo modelli/e, per il semplice fatto che voglio “alzare l’asticella” della difficoltà. Per me, il vantaggio di scattare con i modelli/e non è nell’aspetto (tutti siamo interessanti e degni di essere fotografati) ma “solo” nel fatto che si sanno muovere bene; sono abituati/e alla camera, reggono bene “l’ansia da prestazione” e rendono tutto il processo fluido.
A me interessa la gente che non ha mai posato, che va in ansia da prestazione, che non sa come mettersi. Perché lì “ci si fanno i muscoli”.
Dopo qualche anno di esperienza, mi pare che si possano definire tre tipi di personalità, davanti alla camera:
1) alcuni hanno bisogno di essere “posati”, gli fai fisicamente vedere cosa fare e loro lo fanno; perché vanno in apnea. Non hanno generalmente piacere a farsi fotografare (io appartengo a questi), o ne hanno troppo
2) Altri sono più attori, seguono gli “stati d’animo”: piuttosto che posarli, rendono meglio se gli dici cosa provare (Valentina è un esempio clamoroso, in questo senso)
3) Il terzo gruppo di persone sono i bambini: i bambini basta lasciarli essere se stessi e faranno tutto loro. Anche se è inutile sperare di tenerli fermi
Non so se Luca avesse mai posato prima, ma sembrava estremamente a suo agio, davanti l’obiettivo. Con lui ho scelto l’approccio “da attore”, è quello che funzionava meglio.
L'ho incontrato mesi fa per caso, a Latina. Gli ho chiesto di fare qualche foto prima ancora di chiedergli il nome. E' proprio un tipo dal look interessante! fE dopo mesi di attesa, finalmente siamo riusciti a scattare!
Piuttosto che “posarlo”, ho notato che era particolarmente "ricettivo" agli stati d'animo e durante lo shooting gli ho semplicemnte detto "cosa sentire", per convertire quell'emozione in immagine.
Luca è stato sorprendentemente bravo: non era minimamente intimorito da tutto quel muro di luci, modificatori e stativi che ho tirato fuori!
Sono molto contento del risultato!
Grande Luca!




