Nel precedente post, scrivevo come preferissi scattare con persone con poca esperienza, così da potermi esercitare nel dirigere la persona che ritraggo.
Con Sara il problema è stato opposto: Sara è progettata per venire bene in foto. E’ talmente brava a posare che diventa difficile scegliere cosa fare, perché viene sempre bene. A me però non interessa solo che una persona “venga bene”, quanto che la foto comunichi. Per questo ho chiesto a Sara non di “posare per me”, almeno non all’inizio, ma di “fare cose”. Probabilmente avrò un po’ sorpreso pure lei, ma è stata bravissima e non ha mai sollevato obiezioni: una scala tremolante, un telo di plastica addosso, uno specchio da tenere per minuti e minuti, la terra dei campi di mais, non le ho risparmiato nulla. Sara non ha battuto ciglio e è stata impeccabile ogni volta!
Abbiamo scattato per circa tre ore (volate) con una incursione di Valentina, che mi ha rubato la camera e scattato anche lei un po’. È stato molto faticoso, ma ne è valsa la pena!